Giro d’Italia da fermi

Ad un certo punto è venuta l’idea di di dare un filo conduttore ai nostri incontri conviviali trimestrali e, data la natura di “bogia nen” di molti di noi, curiosi ma restii a muoversi, si è pensato di organizzar, stando sempre naturalmente in campo eno-gastronomico, un “giro d’Italia da fermi”.
Così, senza muoverci i primi tempi da Bricco Mollea, dove l’amico enologo, e nostro cantiniere, Massimo Martinelli ci ospitava, abbiamo cominciato, iniziando dalla Sicilia, a risalire lo stivale dedicando ogni sera ad una regione ingegnandoci di cucinare noi, grazie ad una brigata di cucina ad assetto variabie, tre piatti tipici accompagnati da altrettanti vini di quei territori  illustratici e commentatici dal competentissimo padrone di casa; particolarmente memorabili alcune serate, ad esempio quella col caciucco alla livornese in cui si è toccato il record di quarantadue presenze.

 

Dopo una nutrita serie di appuntamenti abbiamo poi, per la maggior capienza ed attrezzatura, trovato ospitalità prima presso la società operaia del rione Piazza e poi nella club house dello Sporting Club di Mondovì, dove una  cucina professionale  con un capace forno ci ha dischiuso nuovi orizzonti culinari e concesso di sbizzarirci in altre preparazioni; ora, infine, già da alcuni anni, siamo approdati alla struttura della parrocchia cittadina di Santa Maria Maggiore che vanta una moderna, attrezzatissima, cucina.

 

 

 

Qualche volta abbiamo anche  “divagato” un po’ concedendoci ad esempio una sabaudissima “bagna cauda”, una zuppa invernale (quale la jota friulana dell’ amico Tito), o una serata a tutta trippa, riuscendo poi non solo a far assaggiare, ma a diventar addirittura fanatici di questo ingrediente “povero”, due confratelli che fino ad allora non l’avevano mai assaggiata ma che avendo dovuto concorrere alla lunga preparazione si erano evidentemente fatti i necessari anticorpi.

A fine anno, poi,  dopo ogni nostro capitolo solenne, ci ritroviamo una sera per gli auguri e per lo smaltimento dei proventi, cioè per assaporare tutti insieme i doni eno-gastronomici offertici in quell’occasione e nelle visite compiute nel corso dell’anno alle altre confraternite.

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