Capitolo straordinario 2019
domenica 5.5.2019
L’itticoltura monregalese
I 5 gradi di temperatura mattutina, con la neve scesa nella notte ad ammantare le vicine montagne, ci hanno fatto abbandonare l’idea di servire la colazione all’aperto nei giardini del Belvedere e pure di ricorrere al preventivato piano B (riparare nel chiostro del duomo) ma addirittura ci hanno spinto a ripiegare su un estemporaneo piano C approfittando della attigua bella sala del capitolo dei canonici. La colazione campagnola è consistita, tanto per entrare subito nel tema della giornata, in un assaggio di petali di filetto e spuma di trota della azienda Agritrutta, salame di trota dalla azienda agr. San Biagio, formaggi Raschera e robiola della Agritomeria a metà strada tra i due allevamenti ittici, il tutto servito e accompagnato da pane di farro o di grani antichi, grissini di mais e vini rosati della Provenza o dal nostro Dogliani, dulcis in fundo le classiche paste di meliga e caffè.
Così corroborati si è potuta attraversare la strada per trasferirci nella Sala Ghisleri (ex cappella del vescovado) ed essere intrattenuti dal nostro confratello agronomo Giorgio Colombo e dalle “nostre signore delle trote” Delia Revelli e Lorenza Borsarelli ( titolari delle summenzionate aziende) su vari aspetti dell’itticoltura : progettazione degli allevamenti, fecondazione, schiusa delle uova, allevamento degli avannotti e poi delle trote (ma anche di altri pesci: salmerini, storioni ecc.) e la loro trasformazione in vari prodotti studiati anche per assecondare le tendenze del mercato e allettare il gusto dei bambini (filetti vari, hamburger, caviale, bottarga, patè, ecc.) con particolare attenzione per i filetti affumicati a freddo di trota salmonata. Ai loro sono seguiti gli interventi di due veterinari dell’ASL (i dr. Giovanni Comino e Irma Bovolo) sulla legislazione e i controlli – anche alimentari – per concludere con i pregi nutrizionali del nostro, sempre presente ed apprezzato, prof. Sivio Matteo Borsarelli. E anche stato ricordato che a Mondovì è stata combattuta e vinta la battaglia, poi copiata da altri comuni, per l’utilizzo nelle mense scolastiche di prodotti locali con, ad es., la sostituzione delle trote al pangasio.
Puntuali, alle 12,30, altro trasferimenti di qualche decina di metri per consumare il pranzo, preparato dal ristorante Corsaglia, nella sala delle feste del circolo di lettura dove i ristoratori sono stati, per la terza volta, più che all’altezza della situazione servendo con cortese sollecitudine gustosi piatti insoliti, con menzioni particolari per la battuta di carne cruda, la minestra di erbette primaverili servita in scodelle col logo della confraternita (poi offerte in ricordo con la ricetta della minestra), il tris di dolci alla castagna e la barbera del Monferrato della loro cantina.
La rappresentanza della confraternita del formaggio Piave DOP, prima del dolce, ci ha poi deliziato tutti con un generoso assaggio del loro prodotto illustrandone anche con giusto orgoglio le peculiarità. Unico rammarico della giornata non aver avuto tante confraternite ospiti fermandoci a otto sodalizi, di cui tre esteri: Amis de vin et du cochon en Coeur di Var, Saint Romain en Bordelais et pays Libournais e Confraria gastronomica da Madeira. Gli italiani che ci hanno onorato con la lora partecipazione sono stati l’ Academio dai Cjarsons, la Confraternita del formaggio Piave Dop, il Magistero dei Bruscitti da Busti Grandi, la Confraternita d’la Tripa d’ Moncalè e la Confraternita del Raschera e del Bruss.