Trasferta a Genova

 

GLI ORTI DI CARIGANO

Veramente non siamo attrezzati per questo genere di cose, ma come possiamo dirvi di no ? Siete il nostro bacino d’utenza naturale e quando volete rompervi una gamba voi genovesi dovete venire nel Monregalese!”. Questa è stata la risposta venuta di getto al nostro rettore allorchè raggiunto telefonicamente dal segretario del circolo culturale “Gli orti di Carignano” di Genova si è sentito chiedere se la nostra accademia fosse disponibile a confezionare e presentare ai suoi associati un menù tipico.

Così, in ossequio ai dettami di valorizzazione e promozione dei prodotti e della cucina del nostro statuto, cinque accademici, con il determinante rinforzo dell’amico chef Bastian Dho del ristorante Corsaglia, si sono ritrovati un giovedì sera in un hotel sotto la Lanterna a cercar di soddisfar e conquistare sessantasei commensali curiosi di approfondire la conoscenza o scoprire qualche specialità della terra che già conoscono per motivi sciistici o di ferie montane. Sì è optato di puntare, tranne che per il secondo, sulla bontà intrinseca e specificità dei prodotti, presentandoli nel modo più sermplice possibile, e, a giudicare dai commenti finali e dalle richieste di spiegazioni e indirizzi dei commensali, diremmo che è stato un successo. In tavola, tolto un po’ di olio, di sale, di limone e di pepe per condire (leggerissimamente) c’erano solo alimenti “made in Montregal”, a cominciare dal pane – tre tipi di robatà (grossi grissini), miche lunghe (pagnotte tipiche) e biovette – e dall’acqua minerale di Lurisia. Tutto debitamente inaffiato da due dolcetti Langhe monregalesi ed uno di Dogliani (ora confluiti in un’unica DOCG) è stato apprezzato: salame CON.Sa.ti. e Raschera di Frabosa hanno aperto le ostilità, seguiti da filetto di trota salmonata affumicata, carne cruda di vacca piemontese battuta al coltello e giardiniera casalinga come antipasti, e poi ravioli del plin (pizzicotto) alla Raschera e gnocchetti di di castagne al Verzin (formaggio erborinato locale) e dalla capra con fagioli come piatto forte, una favolosa capra e fagioli preparata dal summenzionato cuoco.

Anche per il dolce si è andati sul sicuro e tradizionale con le “paste d’ meria”(mais ottofile) del consorzio che le tutela e le copete (una sorta di croccante di noci e nocciole racchiuso tra due ostie) accompagnate dal Muscatel.E d un po’ di “amaro in bocca” ha suggellato col Rakico (amaro storico), la fine di un pasto scandito dalle spiegazioni con rimandi storici di ogni piatto. Alla fine gli organizzatori, consegnando al rettore Viale un piatto commemorativo, hanno manifestato il proponimento di una gita in loco, magari per percorrere insieme il tragitto dal casello di Mondovì dell’autostrada A6 ai campi da sci delle Frabose, rigorosamente lungo il quale erano stati acquistati tutti i cibi solidi ed alla sinistra del quale si possono ammirare le colline Langhe fornitrici dei vini.

 

 

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